Un museo virtuale per la grafica italiana
Intervista di Brunella Giacobbe a Nicola-Matteo Munari
Ph. © Nicola-Matteo Munari
L’archivio ha origine dalla volontà di promuovere la “cultura della qualità” tipica della progettazione grafica italiana, un ambito disciplinare che troppo spesso viene posto in secondo piano rispetto design di prodotto. In Italia la progettazione grafica ha una grande tradizione, che è doveroso conoscere e promuovere. L’archivio offre a tutti la possibilità comprendere e apprezzare questo straordinario patrimonio.
Soprattutto a giovani progettisti e studenti, ma più in generale a un pubblico vario e internazionale. (Ad oggi il sito dell’archivio viene visitato da studenti, docenti, professionisti, appassionati e grandi maestri della progettazione grafica di tutto il mondo).
Progettisti italiani, che hanno lavorato in Italia o all’estero, e progettisti stranieri, che hanno lavorato per clienti italiani. Più in generale, tutti coloro che hanno realizzato progetti di qualità, dando il proprio contributo al patrimonio culturale della progettazione grafica italiana.
Immagine promozionale per l’archivio. Sullo sfondo, particolare di un manifesto della Pirelli del 1964.
2016 © Nicola-Matteo Munari
2016 © Nicola-Matteo Munari
Certamente. È possibile proporre dei progetti propri o altrui. Ovviamente non verrà pubblicato qualsiasi progetto, ma solo quelli che hanno le caratteristiche necessarie per essere inclusi.
Non è possibile dare un’indicazione definitiva, perché la selezione non è fondata su criteri stilistici. Si cercherà invece di individuare la qualità dei progetti di volta in volta, qualunque sia la forma. La costante che contraddistingue i progetti pubblicati è l’essere frutto dell’intelligenza, della cultura e della competenza. E ovviamente questo si può esprimere nelle forme più varie.
I progetti di carattere artistico piuttosto che progettuale, inadeguati a soddisfare il proprio compito comunicativo e la propria funzione pratica, i progetti effimeri perché spiccatamente modaioli e quelli di comunicazione visiva, ma non grafica.
Ho scelto di inaugurare l’Archivio con il manifesto realizzato da Albe Steiner per la Mostra sulla Ricostruzione del 1945, perché è rappresentativo di una vera e propria ricostruzione del Paese—una ricostruzione culturale di cui fa parte anche la grafica italiana, che in quegli anni abbandonò il carattere pittorico che l’aveva contraddistinta in precedenza, facendosi progettazione grafica vera e propria. (Ci sono inoltre una serie di interessanti progetti pressoché sconosciuti o del tutto inediti su internet, che saranno parte integrante della panoramica offerta dall’Archivio).
Particolare della homepage.
Ad oggi l’archivio include circa
350 progetti.
2015 © Nicola-Matteo Munari
Ad oggi l’archivio include circa
350 progetti.
2015 © Nicola-Matteo Munari
Particolare della pagina dedicata
ai progettisti. Ad oggi sono circa
80 i progettisti pubblicati.
2015 © Nicola-Matteo Munari
ai progettisti. Ad oggi sono circa
80 i progettisti pubblicati.
2015 © Nicola-Matteo Munari
La panoramica parte dagli anni ’30,* quando furono gettate le basi della progettazione grafica, e si estende fino agli ultimi progetti realizzati. Il cuore dell’Archivio sarà probabilmente costituito dagli anni ’60, che sono stati i più prolifici e tra i più significativi sul piano della qualità, ma spero che il sito possa offrire anche un’interessante finestra sulla contemporaneità. (Più di recente ho ipotizzato di includere anche la cartellonistica realizzata a cavallo tra ’800 e ’900 perché, pur non trattandosi di progettazione grafica, è importante per comprendere l’evoluzione che c’è stata nell’approccio a questa disciplina).
*Il 1933, in particolare, è stato un anno fondamentale durante il quale la Triennale di Milano espose il carattere Futura di Paul Renner, Antonio Boggeri aprì il leggendario Studio Boggeri, Antonio Rossi e Carlo Dradi iniziarono la pubblicazione della rivista Campo Grafico, Casabella e Domus rinnovarano la propria veste grafica, Guido Modiano disegnò il carattere Triennale e Mondadori pubblicò la collana Medusa.
L’Archivio è il primo concepito e strutturato per offrire una panoramica completa del patrimonio grafico italiano e il primo a proporre la progettazione grafica italiana come patrimonio culturale nazionale, come bene culturale collettivo. A differenza di altri archivi, l’Archivio Grafica Italiana pubblica una selezione ragionata di progetti accompagnati da informazioni accurate e da un breve testo, che stimola una lettura consapevole delle immagini. È nel pensiero espresso da quelle poche parole che sta la differenza principale rispetto ad altri archivi.
Schizzo preliminare realizzato per
definire la struttura del sito.
2015 © Nicola-Matteo Munari
definire la struttura del sito.
2015 © Nicola-Matteo Munari
Non saprei perché non ci fosse. Io ho reputato doveroso realizzarlo perché un archivio di questo tipo costituisce un’importante risorsa culturale, che ritengo debba essere resa accessibile a tutti. Il buon design ha un’utilità sociale e considero doveroso impegnarsi per preservare e promuovere questo patrimonio culturale. Negli ultimi decenni si è in gran parte persa la consapevolezza del ruolo e soprattutto della responsabilità sociale che hanno i designer e l’Archivio è anche un modo per contribuire a cambiare questa situazione.
Non è graficamente inferiore, ma si è svuotata di contenuto. Quello che si è perso è la consapevolezza della cultura professionale, una consapevolezza necessaria per comprendere il senso del design come professione e il ruolo del designer come professionista.
Sono convinto che sia doveroso garantire la massima accessibilità ai migliori frutti della tradizione per poter conoscere la cultura di cui facciamo parte, comprenderne la qualità e, solo così, poterla perpetuare in modo consapevole e appropriato al nostro tempo. L’Archivio non può e non vuole sostituire i progetti reali che riproduce, ma si propone di comunicarne l’esistenza e illustrare la qualità multiforme che li contraddistingue tanto individualmente quanto nella totalità dell’insieme che compongono.
© Nicola-Matteo Munari
Pubblicato da Studio Pagina,
Febbraio 2016